lunedì 27 agosto 2012

ANTIMAFIA-ANTICAMORRA

 SARA' UN SETTEMBRE 
NERO.
LAVORO, SCUOLA, BANCHE, TASSE,ENERGIA, PREZZI, ETC,ETC.
CHIUDONO I NEGOZI?
NE APRONO NUOVI?
IL PROBLEMA E' SOLO 
NEL TITOLO DEL POST!!
LE AZIENDE STRANIERE AUMENTANO? SEMPRE
LO STESSO DISCORSO,
ANZI, SONO IL VERO VIA,
A QUALSIASI FALLIMENTO AMBIENTALE.CON LA SCUSA
DI DEDICARSI SEMPRE  "AL LAVORO E ALLA FAMIGLIA"
HANNO MOLTIPLICATO A DISMISURA
IN VARIE AREE URBANE
LA MENTALITA' MAFIOSA SU QUALSIASI TIPO DI SCELTA
O AZIONE DA FARE.
SE NON  SI FERMA QUESTO
 PROCESSO SI OTTERRA' SOLO UNO
SCONTRO SUI DUE FRONTI: IL MAFIOSO E A CHI NON CI VUOLE STARE!!






giovedì 23 agosto 2012

EURO ESERCITO???

DA NOI I PROSSIMI CAMPI DI ADDESTRAMENTO???
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Italia, 30 miliardi di spese militari. Alla faccia della crisi/ Il rapporto di Sbilanciamoci! sull'"economia a mano armata": l'Europa ha più soldati e carri armati degli Usa

Martedì, 5 giugno 2012 - 08:34:00
carroarmato
Mentre il governo Monti cerca affannosamente risorse per fronteggiare la crisi e rispettare i parametri europei sul debito pubblico, l'Italia scialacqua ancora trenta miliardi di euro in spese militari. Una cifra, riferita al 2012 (fonte Sipri) cui vanno aggiunti oltre 10 miliardi nei prossimi anni per 90 cacciabombardieri F35 e ben 1,4 miliardi di euro per le missioni militari all`estero. "Tutto questo, quando si tagliano le risorse per il welfare, la scuola, la sanità, gli enti locali. Il rigore viene applicato ai cittadini, ma non alla casta dei militari". E' quanto sottolinea la Campagna Sbilanciamoci!, che ha presentato ieri a Roma il suo dossier "Economia a mano armata", pubblicato online (clicca qui per scaricare il pdf integrale).
"La spesa militare globale nel 2011 ha continuato ad aumentare: dello 0,3% in termini reali rispetto al 2010, raggiungendo i 1.740 miliardi di dollari; il 75% della spesa mondiale per armamenti nel 2011 riguarda appena 10 Paesi e gli Stati Uniti si confermano leader della classifica con il 43% della spesa mondiale militare. La media globale della quota del Prodotto interno lordo destinato alle spese militari è del 2,6%", si legge in una nota dell'organizzazione, che riunisce associazioni, onlus e reti sociali attive nell'ambito del pacifismo, dei diritti umani e della finanza etica.
I paesi europei nel loro complesso - ricorda Sbilanciamoci! - hanno circa 7 milioni di soldati (contro il milione e mezzo degli Stati Uniti), 45mila tra carri armati e mezzi di combattimento (gli Usa ne hanno 34mila) e 3.500 aerei di combattimento (gli Stati Uniti 2mila).
"Tenuto conto delle ambiguità e anche della pericolosità di un esercito europeo slegato da un potere di controllo democratico - e oggi l`Unione europea ha un drammatico deficit di democrazia - se si andasse verso una direzione di maggiore integrazione delle strutture di difesa europea, si potrebbe avere un risparmio complessivo di 100-150 miliardi di euro nei vari paesi, e anche in questo caso la somiglianza della cifra (130 miliardi) con quanto si è speso per l`ultimo salvataggio della Grecia (febbraio 2012) è abbastanza significativa", commenta l'organizzazione.
Sbilanciamoci! propone il taglio di 10 miliardi in tre anni delle spese militari, la riduzione da 190mila a 120mila unità degli organici delle Forze Armate, la cancellazione del programma di costruzione e acquisizione dei cacciabombardieri F35, chiedendo che i soldi risparmiati siano destinati a un piano straordinario di ammortizzatori sociali e di sostegno al reddito per 300mila precari, alla messa in sicurezza di 3mila scuole e per consentire a 70mila giovani di poter svolgere il servizio civile.







venerdì 10 agosto 2012

E' DA ANNI CHE LO ESERCITANO DA NOI:QUANDO UNA PERSONA SPARIVA, VENIVA RIMPIAZZATA DA UN NUGULO DI ALTRI ESSERI ASSOMIGLIANTI! MA E' QUI CHE CADONO!!!NELLA CONTINUA CONVINZIONE DI ESSERE DEI CORPI E BASTA! SENZA UNITA' PRODUTTRICE DI ENERGIA CHE LI DIFFERENZIA UNA DAGLI ALTRI!!!


Il trucco dei ricchi cinesi: in cella ci mandano il sosia

Si chiama "ding zui" lo stratagemma in voga tra i nuovi miliardari. Per noleggiare una controfigura bastano appena 31 dollari al giorno

Ding Zui è l'ultima moda diffusasi tra le élite cinesi. Una parola composta originata nelle strade dei quartieri bassi delle grigie periferie di Pechino, Shangai o Hangzhou.
«Ding» significa sostituto e «zui» criminale. In altre parole, per tutti quei super ricchi che non vogliono finire in carcere è possibile «affittare un sosia» disposto ad andare in prigione al posto loro. Secondo la rivista americana Slate le tariffe sono di 31 dollari (circa 25 euro) per ogni notte passata in cella o 8.000 dollari (circa 6.458 euro) per tre anni di carcere; spiccioli in un paese dove l'1 per cento della popolazione controlla il 50 per cento della ricchezza. Sapere quanto la pratica sia effettivamente diffusa è difficile perché i casi di maggior successo sono quelli in cui nessuno si accorge di nulla, tuttavia in un'intervista anonima a Slate un ufficiale cinese ha confermato che «la pratica non è comune ma neanche rara». Sfortunatamente per i ricconi capita anche che i «sosia» non siano sempre tali e quali ai condannati e che la gente ogni tanto si faccia domande. È successo a Hu Bin, 20 anni, che nel maggio 2009 mentre guidava ubriaco la sua Mitsubishi rossa per le vie di Hangzhou, la terza città cinese, ha investito il 25enne Tan Zhuo, un elettricista che spensierato si aggirava in cerca di un ristorante. L'urto ha catapultato il corpo a più di venti metri dal cruscotto e mentre Bin aspettava l'arrivo della polizia, le immagini dei suoi amici ricchi e spacconi che fumavano e ridacchiavano vicino al corpo hanno fatto il giro della blogosfera cinese. «Vediamo come i soldi dei genitori risolveranno la situazione del caro figliolo», ha scritto ironico un blogger provocando 14 mila commenti in meno di due giorni. Ma le aspettative di giustizia non sono state soddisfatte: Bin è stato condannato a soli tre anni di carcere, quando crimini di quel genere possono essere punti addirittura con la morte. Non solo: davanti al tribunale, Hu Bin appariva stranamente più giovane, più in carne e soprattutto senza la lunga cicatrice sul gomito così visibile nelle foto fatte dalla polizia e apparse poi sul Web. È cominciata così a circolare la voce che in carcere fosse finito un sosia, uno ding zui pagato appunto per prendere il posto di Bin mentre questo continuava a girare spensierato in libertà. La città ha risposto con numerose proteste e anche gli studenti dell'università locale si sono attivati per chiedere alle autorità di fare chiarezza. Sotto pressione la polizia ha dovuto ammettere che la velocità della Mitsubishi di Bin, stimata originariamente a 43 miglia orarie, era invece il doppio. Poca cosa comunque visto che nel giro di qualche settimana è stato tutto messo a tacere. Il caso Bin comunque non è isolato: basta pensare che la frase «mio padre è Li Gang» è diventata negli ultimi anni un eufemismo per dire «voglio farlo anche se non posso». Il copyright è di Li Qiming, un altro figlio delle ricche élite, che il 16 ottobre 2010 nella città di Boading, Cina del nord, ha investito due ragazze che tranquillamente pattinavano uccidendone una. Fermato dalla polizia ha urlato: «Non potete arrestarmi, sono il figlio di Li Gang», riferendosi al potente capo della polizia distrettuale. La conclusione giudiziaria dell'affaire Li Qiming è sepolta sotto un velo di silenzio, ma di nuovo l'impaziente blogosfera cinese, sempre più spesso unica fonte di informazione dettagliata, ha sentito odore di truffa e ha denunciato «l'ipotesi ding zui» dato che Li Qiming negli atti processuali è stato indicato anche come Li Yifan. «Perché due nomi diversi?», ha chiesto un blogger denunciando la crescente e sempre più insopportabile corruzione delle élite. Anche in questo caso la verità molto probabilmente non verrà fuori, ma una cosa è chiara: con i soldi, e senza vera democrazia si può fare davvero di tutto. Almeno fin quando i Tan Zhuo di turno non faranno qualcosa.
di Alberto Mucci
Sono 1.020.000 i milionari cinesi censiti dallo «Hurun report»: in aumento del 6,3% sul 2011
Sono i dollari pagati al sosia di Hu Bin per trascorrere tre anni in carcere al posto suo

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