CRONACA
12/06/2012 - BLITZ DELLA FINANZA
Parrucchieri cinesi,
chiusi 13 negozi abusivi
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Violate norme igienico-sanitarie
28 denunce e pesanti sanzioni
TORINO
Chiusi 13 negozi di parrucchiere gestiti da cittadini cinesi per violazioni alle norme igienico sanitarie, 28 denunce e sanzioni per migliaia di euro. È il risultato di un’operazione della Guardia di Finanza di Torino, che ha portato a controlli a tappeto negli esercizi commerciali della città.
Le Fiamme Gialle hanno complessivamente eseguito in tutta la città più di trenta controlli nei confronti di acconciatori di origine cinese, a seguito dei quali 13 parrucchieri, che non avevano alcun titolo di qualificazione professionale e che si avvalevano fittiziamente della figura di un direttore tecnico, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di falso ideologico in atto pubblico continuato ed in concorso. Secondo quanto accertato dai finanzieri i 13 falsi parrucchieri avevano deliberatamente aggirato la legge, avvalendosi di figure professionali sostanzialmente fittizie, ed erano assistiti da uno studio di consulenza di Torino, che attraverso compiacenti prestanome garantiva la richiesta «copertura» tecnica necessaria, beneficiando dei guadagni che servivano a retribuire anche i «direttori tecnici» fasulli. Anche questi ultimi e i titolari dello studio, in totale 15 persone (13 italiani, una romena e un cinese), sono state denunciate per concorso nel reato di falso in atto pubblico.
Le Fiamme Gialle hanno complessivamente eseguito in tutta la città più di trenta controlli nei confronti di acconciatori di origine cinese, a seguito dei quali 13 parrucchieri, che non avevano alcun titolo di qualificazione professionale e che si avvalevano fittiziamente della figura di un direttore tecnico, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di falso ideologico in atto pubblico continuato ed in concorso. Secondo quanto accertato dai finanzieri i 13 falsi parrucchieri avevano deliberatamente aggirato la legge, avvalendosi di figure professionali sostanzialmente fittizie, ed erano assistiti da uno studio di consulenza di Torino, che attraverso compiacenti prestanome garantiva la richiesta «copertura» tecnica necessaria, beneficiando dei guadagni che servivano a retribuire anche i «direttori tecnici» fasulli. Anche questi ultimi e i titolari dello studio, in totale 15 persone (13 italiani, una romena e un cinese), sono state denunciate per concorso nel reato di falso in atto pubblico.
SI STUPISCONO SEMPRE QUANDO DICO CHE I
CINESI SUL NOSTRO TERRITORIO NON SONO
CINESI,MA RAPPRESENTANTI DELLA REPUBBLICA
POPOLARE CINESE,PERCHE' LORO HANNO SEMPRE
AVUTO DIFFIDENZA DEL NOSTRO OPERATO
DIMENTICANDOSI CHE UN LORO GLORIOSO
GENERALE DIRIGEVA LE OPERAZIONI CON IL
PRINCIPIO: "IL CRIMINALE ACCUSA SEMPRE GLI
ALTRI DI QUELLO CHE STA PENSANDO DI FARE O
STA GIA' FACENDO!"
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